A poche settimane dal primo Concorso enologico internazionale del Vermentino e a pochi giorni dalla pubblicazione dei risultati dello stesso, per dovere di cronaca e perché ce lo chiedono le aziende partecipanti, dobbiamo rispondere a chi, pur professandosi sfrenato appassionato per la Sardegna, cerca di innescare una sterile e inutile polemica forse alla ricerca di visibilità.

Definire “pasticcio” un Concorso di tale importanza, per mera ignoranza delle regole applicate, genera amarezza per la superficialità utilizzata nei confronti del lavoro di tutta l’organizzazione. Non da ultimo, nel caso dovessero scaturire delle motivazioni, non è da escludere una tutela nelle sedi opportune.

Un passo indietro. Finalmente è nato il Concorso Internazionale del Vermentino, fortemente voluto da un nucleo di lungimiranti tra cui, oltre gli Ideatori, la Regione Sardegna, Coldiretti Sardegna, Associazione Enologi Sardegna, Federazione Strade del Vino di Toscana il Consorzio di Tutela dei Vini di Sardegna e il Consorzio di tutela dei vini di Cagliari.

La città di Cagliari ha dimostrato la capacità di accoglierlo, patrocinando l’evento, con i collegamenti aerei che hanno consentito l’agevole arrivo dei degustatori esteri e dal Continente.

Con non poche difficoltà, come tutte le iniziative che partono per la prima volta, ha ottenuto l’autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole del governo Nazionale.

Aver scelto di diventare Internazionale ha comportato importanti sforzi, sia sui commissari provenienti da diverse nazioni europee e non solo, sia sulla distribuzione dei campioni.

Infatti, per potersi confermare “internazionale” il Ministero richiede minimo il 20% di campioni provenienza estera. I campioni sono giunti da Sud Africa, Australia, California, Francia e Corsica. Questo limite ha portato a dover ridurre le presenze Nazionali intervenendo sulla pubblicità del Concorso, benché sia comunque apparso su testate sia nazionali che internazionali. Chi si occupa di concorsi conosce bene il sistema di promozione sia sui social sia facendo riferimento a sponsor territoriali, convogliatori di campioni. Volutamente questo non è stato fatto anche perché, a differenza di altri concorsi ben più affermati, che ammettono la partecipazione di vini varietali con il 51% del vino in concorso, questo Concorso, per volontà del Ministero, prevede il 100% della varietà, salvo DOP che ne consentano la denominazione con 85% da disciplinare.

Naturalmente più strette sono le maglie di ingresso inferiore è il numero dei vini ammissibili e maggiore l’impegno che si chiede ai produttori nello scegliere il prodotto da inviare in Concorso. Siamo dunque molto orgogliosi che su 128 campioni ben 98 abbiano raggiunto le medaglie. Ciò conferma quanto già verificato nel Concorso Enologico Nazionale del Vermentino del 2017: IL VERMENTINO HA RAGGIUNTO UNA ALTISSIMA QUALITA’ e siamo ben contenti di aver ristretto la forbice tra le diverse medaglie. Oggi alcuni concorsi assegnano la medaglia d’argento tra 85,4 e 86,9 mentre l’oro viene conferito nella forbice tra 87 e 95,9 mentre la gran medaglia tra 96 e 100. Altri invece nel regolamento del Concorso dichiarano che rilasciano medaglie d’argento e medaglie d’oro senza dichiararne i punteggi. Ciascuno fa un po’ come crede, tra l’altro senza i vincoli ufficiali fissati da organismi Ministeriali.

Il Concorso Internazionale del Vermentino consapevole della poliedricità di questa uva, delle differenze che si possono riscontrare nelle diverse parti del globo, ha deciso di stringere la forbice invece che di 8 punti per una medaglia d’oro (87-95,9) ha fortemente voluto un podio a tre strati più le gran medaglie. Come ben chiarito sul regolamento ufficiale il bronzo si è ottenuto con un punteggio tra 85 e 89,9 (come detto a 87 in altri concorsi siamo già all’argento); da 89 a 91,9 è previsto l’argento (e per altri come detto siamo in oro da 87 a 95,9); da 92 a 95,9 è previsto l’oro; finalmente sopra i 96 punti siamo alla gran medaglia.

Al concorso Internazionale del Vermentino sono stati valutati anche i giudici riproponendo in incognita lo stesso vino e riproponendo alcuni campioni su più commissioni.

Dobbiamo congratularci con i giudici che hanno validato i punteggi con oltre il 90% di concordanza.

E’ doveroso, pertanto, ringraziare le Istituzioni che hanno creduto in questa avventura, gli Ideatori che si sono compromessi in tempo ed anima, i tecnici degustatori che hanno dato il massimo (riscontrato nelle schede con forti discriminanti), i sommelier dell’AIS che hanno svolto il lavoro di SERVIZIO e CONTROLLO QUALITA’ con grandissima professionalità.

Il futuro di un grande vino “Vermentino” e di una grande regione come la Sardegna ignora chi tenta di costruirsi un’immagine innescando polemiche di bassa lega per mero scopo strumentale ma si basa, invece, su persone che mettono Amore, Impegno e Professionalità. I produttori lo dimostrano lavorando con serietà ed impegno tutti i giorni, anche quelli difficili.

Il Presidente
del Concorso enologico Internazionale – Vermentino
Pier Paolo Lorieri